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Se c'è uno strumento in ambito audio del quale si dice tutto e il contrario di tutto, e il cui stesso ruolo può risultare quasi incomprensibile ai neofiti, questo è il compressore.
Cosa è e soprattutto a cosa serve, un compressore?
Cerchiamo di fare un po' di chiarezza. Un compressore è uno strumento, analogico o digitale, hardware o software, che permette di intervenire sulla dinamica dell'audio; il modo in cui interviene è regolato da una serie di parametri, che ne modificano il funzionamento.
In genere, l'utilizzo di un compressore mira a ridurre l'estensione dinamica dell'audio su cui agisce, per poterne poi successivamente aumentare il volume.
Prendiamo come riferimento una traccia audio qualsiasi.
Cosa si intende per dinamica di una traccia audio?
La dinamica di una traccia audio definisce l'ampiezza della variazione, in termini di volume, della traccia stessa: in pratica, la differenza fra il volume massimo e quello minimo.
Facciamo un esempio.
Considerato che siamo in ambito digitale, il volume di una traccia audio potrebbe ad esempio variare fra -50 dB (leggero rumore di fondo) e -5 dB (volume elevato): la dinamica (ovvero la differenza fra il valore minimo e il picco più elevato) in questo caso sarebbe di 45 dB.
La compressione della traccia, può abbassare i picchi elevati riducendoli ad esempio a -10 dB, con un abbassamento della dinamica complessiva a 40 dB: l'estensione dinamica è dunque diminuita, ovvero, attenuando i livelli del segnale più elevati abbiamo limitato la differenza di volume degli stessi con quelli più bassi.
Ma perché dovrei voler ridurre la dinamica di una traccia?
Fondamentalmente, perché avendo abbassato i picchi più elevati, potrei adesso aumentare il volume generale di tutta la traccia, rendendo udibili suoni che prima erano troppo bassi (o troppo nascosti da suoni troppo più forti) per essere ascoltati.
compressore software - il plug-in della serie classic di Kjaerhus Audio
Come funziona un compressore
Il compressore, in genere, lavora sulla base di pochi parametri definiti dall'utente:
- soglia (threshold): generalmente espressa in dB, stabilisce il livello di volume a partire dal quale desiderate il compressore inizi ad agire.
Ad esempio, impostando una soglia di -10 dB, il compressore agirà su tutti i suoni che superano in volume tale soglia.
- rapporto di compressione (ratio): stabilisce quanto deve essere compresso il segnale che oltrepassa la soglia.
La ratio è espressa da un rapporto: ad esempio, una ratio di 2:1, significa che un segnale che superava la soglia di 10 dB, dopo la compressione la supererà di 5 dB soltanto.
Ovvero, una ratio di 2:1 dice al compressore di ridurre a 1/2 lo sforamento del segnale oltre la soglia.
Quando si usano rapporti di compressione molto elevati (oltre 10:1), si parla di limiting (e il compressore può allora definirsi limiter), ovvero una compressione estrema che in pratica non permette a niente o quasi di oltrepassare la soglia.
Quando invece si usa un rapporto di compressione inverso (es. 1:3), si parla di expander anzichè di compressore: l'expander ha un'azione opposta, ovvero cerca di aumentare la dinamica di una traccia audio riducendo il volume dei segnali al di sotto di una certa soglia. Per esempio, un expander può essere utilizzato come noise reduction, azzerando i segnali al di sotto di una soglia molto bassa (ovvero azzerando di fatto il rumore di fondo).
- tempo di attacco (attack time): espresso generalmente in millisecondi (ms), stabilisce la velocità con cui deve cominciare ad agire il compressore quando il segnale supera la soglia.
Un attacco medio o lungo, rende generalmente l'azione del compressore più naturale e morbida, ma di contro lascerà probabilmente il tempo a un po' di segnale di "schizzare" oltre la soglia prima di venir compresso.
All'opposto, un attacco molto breve renderà l'azione di compressione quasi immediata, rischiando però di chiudere un po' troppo l'attacco di alcuni strumenti.
- tempo di rilascio (release time): espresso in ms o in secondi, generalmente più lento dell'attacco, stabilisce quanto tempo debba impiegare il compressore a terminare la sua azione.
Un tempo di rilascio molto breve porta il compressore a seguire fedelmente le variazioni in volume del segnale, rischiando un effetto di distorsione o oscillazione continua del volume stesso; un rilascio più lungo è generalmente più naturale, ma può finire con il prolungare l'azione del compressore anche quando il segnale è ormai rientrato sotto soglia (agendo dunque anche su suoni che non si vorrebbero comprimere).
- gain (o output): stabilisce quanto guadagno applicare al segnale compresso in uscita, per compensare la perdita di volume dovuta alla compressione stessa.
Talvolta, vi sono anche altri parametri "minori", come ad esempio il knee, che impostato su "soft" o "hard" modifica la dolcezza o la durezza dell'azione del compressore.
Non esistono, ovviamente, settaggi giusti e sbagliati in assoluto, nemmeno per un certo strumento: dipende molto da quel che si vuole ottenere, oltre che dal suono iniziale... la maggior parte dei compressori software propone tutta una serie di presets per i vari strumenti, che possono essere un buon punto di partenza per cominciare a sperimentare e capire come funziona la compressione.
il compressore multibanda di Adobe Audition 3
Usare un compressore
L'uso di un compressore audio, può avere molti scopi.
In linea di massima, abbiamo già detto come il fine sia spesso quello di ridurre la dinamica di una traccia per poi poterne alzare il volume generale... ma, oltre a una questione di volume, è il suono stesso della traccia che risulta modificato.
Tipicamente, batteria e basso sono strumenti che molto spesso vengono compressi: una batteria ben compressa potrà risultare più netta, più potente... una traccia di basso potrà diventare più decisa, forse sembrare anche meglio suonata.
Anche la voce a volte viene compressa, sebbene, almeno a mio avviso, ci voglia più cautela in questo senso (dipende molto anche dai gusti e dalle scelte artistiche, ovviamente).
Abbiamo già visto come un processore di dinamica possa essere usato anche come expander (detto in questo caso anche gate) per eliminare il rumore di fondo.
Per approfondire l'uso di un compressore nella pratica, consiglio vivamente la lettura della serie di articoli sul missaggio, all'interno dei quali l'uso della compressione è affrontato più volte, fornendo preziosissimi consigli frutto di una lunga esperienza in studio.
La compressione è infine un passo fondamentale nel lavoro di mastering: in questo caso si lavora su un intero mix, e si utilizzano solitamente compressori multibanda (ovvero, con la possibilità di agire in modo indipendente sulle diverse frequenze), strumenti ovviamente più complessi.
compressore hardware - un modello Focusrite
Fonte: HomeRecording.it - Specializzati in home recording
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